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Dal chiostro al Claustro, Arte/storia Bologna, Carracci-Guidoreni, P.della Volpe

Dal chiostro al Claustro, Arte/storia Bologna, Carracci-Guidoreni, P.della Volpe

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DAL CHIOSTRO AL CLAUSTRO
L'ammiratissimo ciclo di dipinti eseguito nel chiostro ottagonale di San Michele in Bosco a Bologna da Ludovico Carracci e da altri maestri della sua scuola ricostruito attraverso l'opera voluta e pubblicata da Petronio Della Volpe nel 1776.
Descritto ed illustrato da Giampiero Cavazzoni Zanotti
autore: Petronio della Volpe
editore: Nimax Bologna, ristampa 
anno: 1994
dettagli:
copertina rigida cartonato in similpelle con lettere dorate impresse al piatto con sovracoperta.
117 pagine di testo + le tavole, 34 incisioni con vedute del monastero, ritratti e fregi allegorici. 39 incisioni ornate di piccole minuziose vedute, tutte di fantasia, salvo 5 scorci di Bologna tra cui: Bologna rinserrata nelle mura, Piazza Malpighi, cattedrale di San Pietro, palazzo d'Accursio, via Castelfidardo con sullo sfondo il distrutto monastero di S. Agnese.
condizione1:conservato benissimo
indice: Per l'indice dettagliato del libro consultare le foto dell'inserzione.
L'indice ripete nello stesso ordine i titoli degli episodi rappresentati ed i nomi degli autori dei dipinti, annotando anche la collocazione delle tre porte di accesso al chiostro e rimanda il lettore alla pagina dove si trova il testo relativo.
dal libro:
 Il 17 giugno 1602, il padre abate Onorato Veli da Bologna benedisse la prima pietra della nuova opera la cui costruzione venne condotta con notevole rapidità, mentre gli Olivetani si adoperavano nella non facile impresa d'impegnare i migliori pittori del tempo nella sua decorazione e vennero contattati Guido Reni e Ludovico Carracci che intervenne con un folto gruppo di allievi. Suddivisi gli spazi fra i pittori con criteri gerarchici che vedevano le cinque scene maggiori riservate, tre al Carracci e due al Reni, nel giugno 1604 prese l'avvio la grande impresa decorativa che poi sarebbe stata: fonte d'insegnamento per coloro 

che desideravano avviarsi alla pittura; oggetto di ammirazione per i pittori e gli amatori d'arte che da ogni provenienza risalivano il colle per vedere e, spesso, per copiare; stimata dal Malvasia come <l'opera più grandee di maggior premura che mai facesse Lodovico». 

Fu necessario attendere molti anni prima di salutare la pubblicazione di un'opera organica e completa sul chiostro ottagonale di S. Michele in Bosco e, soprattutto, sul 

suo ciclo pittorico il cui deperimento non conosceva soste. L'idea parti da uno stampatore, Petronio Dalla Volpe, il quale seppe coinvolgere nell'impresa un gruppo di artisti e letterati d'indubbia fama e capacità, superando con grande spirito imprenditoriale anche circostanze gravemente avverse come la morte di alcuni collaboratori. 

Petronio Dalla Volpe poi tese a fare, del trattato su di un capolavoro pittorico in disfacimento, un capolavoro bibliografico (il più bel libro stampato a Bologna) e, in quanto tale, che potesse sfidare il tempo: un'opera degna di...un papa! E ad un papa, Pio VI Braschi, venne offerta una copia del volume nel 1782, quando, tornando da Vienna alla sua sede, sostò a Bologna e si recò in visita al monastero. 

 

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