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I TETRAGONAUTI, Gérard Borg, Edizioni Calderini

I TETRAGONAUTI, Gérard Borg, Edizioni Calderini

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I TETRAGONAUTI

Storia di una esperienza marinara filosofico-poetica ovvero una guida per i navigatori in cerca di oblio e di felicità
AutoreGérard Borg
EditoreEdizioni Calderini
Dettagli: 218 pagine, brossura, 21x14.5 cm,
Condizione7Parti esterne con segni del tempo, contenuto ben conservato alcune pagine brunite dal tempo.
Indice: per l'indice dettagliato del libro consultare foto dell'inserzione

introduzione dal libro

Opera fondamentale posta all'incrocio delle idee contemporanee, 

sorgente proprio nel centro della tragica congiuntura nella quale 

l'intelligenza moderna si trova in pieno caos, i Tetragonauti costi- 

tuiscono, in un impressionante compendio, la sintesi per risolvere 

uno dei problemi essenziali del nostro tempo: come diventare ric- 

co, bello, prestante, e percorrere i mari del Sud per dodici mesi 

all'anno, in compagnia della propria moglie giapponese. 

Tutto ciò, nonostante un oroscopo ambiguo, reticente e, dicia- 

molo francamente, particolarmente meschino. Basta raccontare la 

grandezza della cosa. 

Certo, esistono monasteri, anzi veri e propri luoghi di peniten- 

za, a disposizione di coloro che scelsero il cielo; ci sono i conve- 

gni per i factotum della Storia; le macchine calcolatrici per coloro 

che amano contare il denaro; i libri per quelli che sanno leggere; 

i creduloni per i truffatori; i malati per i medici; ci sono belle 

guerre per i bellicosi; l'alcool per coloro a cui piace; ci sono le cor- 

de per i suicidi; i superiori per i subalterni e le prigioni per gli 

altri; ed infine c'è anche il robusto vino rosso per tutti coloro che 

hanno sete di giustizia. 

In breve, tutti sono accontentati. Salvo il Dimenticato. 

Conoscete qualcuno che si sia già preoccupato della sorte del 

più infelice degli uomini, del disgraziato che va con l'anima amara, 

in un indicibile sconforto, in una disperazione infinita? 

Intendo parlare di colui il cui sogno è poter vivere ad Acapul- 

co o a Papeete su uno yacht confortevole, dolcemente cullato dalle 

onde, potersi svegliare la mattina al canto degli uccelli, tra i pro- 

fumi tropicali, immergersi nelle acque limpide orlate di corallo 

ed in mezzo a pesci multicolori. 

Di colui che apprezzerebbe le lunghe sieste sotto le palme cir-

condato da languide bellezze del luogo, fino a quando sarà giunto il 

momento di far rosolare sulla spiaggia, tra balli e canti il maialino 

da latte, e che invece è costretto ad andare ogni mattina alla Re 

nault o alla Fiat. 

Chi ha pensato sul serio, sia pure per un solo istante, alla sor-

te spaventosa di tutti coloro il cui unico desiderio è quello di non 

far niente? Assolutamente niente? 

Qualcuno si è preoccupato, anche una sola volta, del tragic 

e pietoso destino di quelli che, senza averne assolutamente i mez -

zi, vogliono, a qualunque costo, vivere nell'ozio, nel lusso o nel 

sibaritismo? 

Della disperazione di tutti coloro che credono quasi esclusiva- 

mente alla superiorità dell'individuo sulla collettività, in un'epoca 

in cui per l'appunto non ci sono più individui? 

Di colui che sa che la propria persona è la cosa più preziosa del 

mondo e che soffre in silenzio perché è il solo ad accorgersene? 

Qualcuno ha mai dato una mano a chi era stanco della propria 

mediocrità? A coloro che sono stufi del civismo e delle tasse, del 

le Forze Armate e dei Rappresentanti del Popolo, di «il lavoro 

nobilita l'uomo >, di «la pietra che rotola e non ammassa mu- 

schio », di «i merli che si mangiano in mancanza di tordi »? 

Hanno trovato aiuto coloro che sono stanchi di arricchirsi pa- 

gando i propri debiti, stanchi dei calcoli, dell'apostolato, del con- 

dizionamento, delle assicurazioni obbligatorie e che ormai non han- 

no nemmeno più sete di giustizia? 

E quei pavidi che, accontentandosi mediocremente dell'uovo, 

non avranno mai la gallina? 

E quelli che si sono resi conto troppo tardi che ogni premio 

deve essere guadagnato? I patetici ranghí di quelli che non potran- 

no mai marinare la scuola, di coloro che non comprenderanno pu 

i grandi e nobili valori morali, la perennità delle nostre Istitu- 

zioni e che continuano a pensare che la carità deve essere ben or-

ganizzata, di quei fossili che non vogliono andare alla guerra n 

avere sei figli? 

E tutti i riprovevoli ed i poco raccomandabili, quelli che non 

si conformano e non vogliono più sentir parlare delle miseria di ….. 

 

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